giovedì 24 febbraio 2011

Diario de Cuba #2- La spesa a Cuba






Traduzione della vignetta: "La spesa a Cuba!" (i cartelli dicono: "Farina a 400 KM"; "Forse!").

La vignetta secondo me é venuta brutta, ma é la preferita tra i cubani che hanno visto il mio diario, seguita a breve distanza da quella sull'uso dei bagni (che vedrete prossimamente).

Dietro la vignetta c'é una breve storia:

Al terzo giorno di viaggio a la Habana, io e Lucido abbiamo affittato un appartamentino con cucina nel quartiere del Vedado, e deciso di invitare alcuni dei cubani che avevamo conosciuto a una bella cenetta italiana.
Ci avevano avvisato che non si trovano molti prodotti per cui abbiamo pensato di fare una cosetta semplice. Una pasta fatta in casa, servono solo farina e acqua.

Hai detto niente. Farina!

Ramón (il padrone di casa) ci ha fatto una mappa di tutti i mercatini e alimentari della zona. Diligentemente li abbiamo visitati tutti. Uno dopo l'altro, e poi chiesto indicazioni per altri negozi di alimentari.

Totale: 10 ore di ricerca, niente farina!

É stato uno dei primi sintomi di quella che poi ho cominciato a chiamare "regola del 50% di Cuba". Ovvero: se ti aspetti che qualcosa funzioni, hai sempre un 50%di possibilitá che non lo faccia.

Ti fai una doccia, ieri era calda e oggi no, e il giorno dopo non c'é l'acqua. Usi il telefono che ieri funzionava, oggi no. Cerchi farina, che anche a Cuba é facile trovarla, ma oggi é sparita in tutta la Habana.
É la regola del 50%, baby.

Alla fine, per la cena abbiamo usato pasta cubana, che a contatto con l'acqua diventa una massa informe di colla.
Per fortuna avevamo portato in viaggio olio di oliva. Lo so é roba da Totó e Peppino a Milano, ma é stata una buona idea. Pane e olio di oliva: il grande successo della nostra cena italiana a Cuba!






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