sabato 14 luglio 2012

TEST: qual'è il tuo senso di giustizia?



Rispondi a queste semplici domande e scoprirai quant'è profondo il tuo senso di giustizia!


1 Un agente di polizia, durante un normale controllo, picchia insieme a 3 colleghi un ragazzo ammanettato fino a ucciderlo. Quale punizione merita?

A. Pena di morte
B. Una punizione esemplare: 8-15 anni di galera
C. Una piccola sanzione disciplinare
D.Nessuna punizione, anzi meriterebbe un premio


2 Un poliziotto dirige un'operazione disastrosa che termina con il massacro e poi la tortura di decine di persone inermi che non hanno commesso alcun reato. Poi, per giustificare la sua operazione, tenta di incriminare le vittime con prove false. Quale punizione merita?

A. Pena di morte
B. Una punizione esemplare: 10 anni di galera
C. Una piccola sanzione disciplinare
D.Nessuna punizione, anzi meriterebbe un premio


3.Un ragazzo, durante una manifestazione in cui vede la polizia picchiare selvaggiamente dei pacifisti seduti a terra con le mani alzate, si ritrova intrappolato in una zona in cui avvengono cariche ingiustificate e senza vie di fuga. Allora si ribella e raccoglie un oggetto contundente per scagliarlo verso un mezzo della polizia. Quale punizione merita?

A. Pena di morte
B. Una punizione esemplare: 10 anni di galera
C. Una piccola sanzione disciplinare
D.Nessuna punizione, anzi meriterebbe un premio


4 Un ragazzo, durante una manifestazione spacca una vetrina, o o ruba un motorino, o entra in un supermercato e ruba un salame, o semplicemente é presente sul luogo del delitto ma non impedisce che altri commettano il furto o l'atto vandalico. Quale punizione merita?

A. Pena di morte
B. Una punizione esemplare: 10 anni di galera
C. Una piccola sanzione disciplinare
D.Nessuna punizione, anzi meriterebbe un premio


Confronta ora le tue risposte con quelle della Giustizia Italiana:


1.Il caso é quello dell'omicidio di Federico Aldrovandi. Il reato é Omicidio Colposo (cioè, non Volontario), per cui 4 poliziotti sono stati condannati dalla Cassazione, il 21 Giugno 2012, a 3 anni e 6 mesi, annullati per indulto. Non faranno un giorno di galera e sono ancora in servizio. Dopo la sentenza si sono dedicati a insultare la madre di Federico (lei definita "faccua da culo, lui "cucciolo di Maiale), e si è detto che per questo rischiano forse il licenziamento. 
LA RISPOSTA GIUSTA É : C! UNA PICCOLA SANZIONE DISCIPLINARE!


2.Il caso é quello della Diaz e di Bolzaneto. In mancanza della previsione del reato di tortura, che non esiste in Italia, i dirigenti responsabili sono stati processati per reati minori, per la maggior parte caduti in prescrizione. Resta solo il reato di Falso in Atto Pubblico, per la firma del falso verbale d'arresto. La sentenza per la Diaz, conferma in Cassazione (il 5-7-2012), ha stabilito pene intorno ai 3 anni e 6 mesi, che non si applicheranno per indulto, e una sanzione disciplinare (interdizione dai pubblici uffici per 5 anni); ma grazie ad una legge del 2010 gli imputati non pagheranno ne'danni ne' spese processuali (saranno a carico dei ministeri- quindi di tutti gli italiani). Nel frattempo, nonostante la gravitá delle accuse confermate già in appello, gli imputati sono stati tutti promossi ai vertici della Polizia. Il massimo responsabile, l'allora capo della polizia Gianni De Gennaro, è stato assolto dal'accusa di induzione alla falsa testimonianza (per i giudici non costituisce reato l'aver concordato le versioni degli imputati per ridurre le sue responsabilità) e promosso a Sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti
LA RISPOSTA GIUSTA É: D! NESSUNA PUNIZIONE, ANZI UN PREMIO!


3.È il caso di Carlo Giuliani, che decise di reagire dopo aver visto la polizia pestare i pacifisti a piazza Manin e dopo aver subito l'ingiustificata carica di via Tolemaide (in cui non c'erano vie di fuga e la resistenza dei manifestanti è stata riconosciuta dai giudici come legittima difesa). Carlo afferrò un estintore e fu sparato alla testa mentre lo lanciava verso una jeep dei Carabinieri. Nonostante varie circostanze della morte di Carlo restino oscure (dopo lo sparo, la jeep passa due volte sul suo corpo; la polizia tenta inoltre di incolpare i manifestanti rompendo la testa di Carlo con una pietra), non viene fatto alcun processo: si avvalora la fantascientifica tesi del "proiettile deviato da una pietra" e si ritiene sufficiente la foto in cui Carlo lancia l'estintore per giustificare il suo omicidio come Legittima Difesa. LA RISPOSTA GIUSTA É : A. PENA DI MORTE!


4.É il caso di 10 dei manifestanti processati per gli scontri durante il G8 di Genova. Il reato é Associazione a Delinquere finalizzata alla Devastazione e al Saccheggio, istituito durante il fascismo, per cui si prevedono condanne fino a 10 anni anche per la sola "Compartecipazione Psichica", ovvero la mera presenza sul luogo del delitto. Le condanne, confermate in Cassazione ieri (13 Luglio 2012), hanno stabilito in media 10 anni di carcere a testa .
 LA RISPOSTA GIUSTA É : B! UNA PUNIZIONE ESEMPLARE, 10 ANNI DI GALERA!


SE HAI RISPOSTO CORRETTAMENTE, cioé se le tue risposte corrispondono a quelle della Giustizia Italiana, COMPLIMENTI! hai vinto un posto fisso in uno qualunque tra i partiti che ci hanno governato negli ultimi dieci anni!

SE LE TUE RISPOSTE SONO SBAGLIATE, cioé se non corrispondono a quelle della Giustizia Italiana, non preoccuparti! Il problema non sei tu: è la Giustizia Italiana.

FIRMA L'APPELLO DI AMNESTY (http://www.amnesty.it/italia_polizia_operazione_trasparenza ) per l'introduzione in Italia del reato di tortura e di misure per la trasparenza dell'operato delle forze dell'ordine.

E quando vai a votare, ricordati che NESSUNO tra i partiti che abbiamo in parlamento condivide il tuo senso di giustizia. Tutti hanno applaudito le promozioni di De Gennaro e l'operato della Polizia a Genova, e ora tacciono dopo le sentenze. Nessuno ha mai chiesto le dimissioni dei responsabili.

E ricordati che i "no global", quelli che 11 anni fa protestavano contro il G8, quelli sempre dipinti dai media italiani come nient'altro che un branco di teppisti, stavano denunciando le stesse cose che ogni giorno distruggono sempre piú la tua vita: il mondo in mano a banche e multinazionali, i politici che banchettano sulle nostre macerie. 


GRAZIE!
Christian Mirra


giovedì 5 luglio 2012

PROCESSO DIAZ: COMUNQUE VADA ABBIAMO PERSO




Image copyright ©Ugo Guanda Editore S.P.A, viale Solferino 28, Parma.


Stamattina alle 9 ero al Palazzaccio. L'aula Magna, dove si svolge l'ultima fase del processo Diaz, era quasi vuota. Qualche giornalista, i carabinieri di guardia, gli avvocati, i giudici. Io ero l'unica parte lesa presente; nessuno degli imputati si é degnato di farsi vedere.

Oggi in programma c'era l'ultima arringa difensiva, poi i giudici si sarebbero riuniti in camera di consiglio, dove sono in questo momento. Come la Presidente Giuliana Ferrua ha annunciato, il dibattimento durerá ancora un tempo indeterminato, “non é neanche detto che il verdetto sia pronunciato oggi” ha detto ai giornalisti che la incalzavano per avere almeno un orario approssimato.

E quindi non valeva la pena di restare; a che pro mettere le tende in Cassazione nell'attesa di una
sentenza che, comunque vada, mi ha già deluso?
Perché quale che sia il verdetto dei Supremi Giudici, il massimo che si puó ottenere è l'interdizione degli imputati dai pubblici uffici. Non è poco, lo so. Anzi, sarebbe assai importante: gli imputati sono ai vertici della Polizia italiana, e la loro interdizione sarebbe la fine della loro brillante carriera andata avanti nonostante le condanne. Ma appunto, proprio la loro carriera dimostra ció che la sentenza non puó cambiare: che la nostra Democrazia ha giá perso.

C'é davvero bisogno della sentenza per allontanare questi personaggi dal comando delle Forze dell'Ordine? Questi dirigenti sono stati ripresi con in mano le molotov introdotte nella scuola per incriminarci. Al processo hanno dichiarato di non avere visto ne'sentito le nostre percosse, le nostre grida che hanno fatto accorrere una folla davanti la scuola Diaz. Hanno firmato un falso verbale d'arresto e hanno impedito con la loro omertà l'identificazione dei picchiatori. Hanno diretto un intervento definito da Amnesty la piú grave violazione dei diritti umani in un paese democratico. Ma come le scimmie della leggenda, non hanno visto, non hanno sentito, non hanno detto. E quindi, non si ritengono responsabili.
Ammettendo che ciò sia vero- e bisogna proprio fare i salti mortali, come stamattina l'avvocato che difende Luperi- allora bisogna come minimo ammettere una cosa: che i dirigenti della Polizia sono davvero scimmie, mute sorde e cieche. E quindi la Polizia Italiana, nel migliore dei casi, non è diretta da criminali, ma da animali handicappati.

I giudici ora devono decidere sulla base di fatti ricostruiti non dalle indagini della polizia, ma NONOSTANTE i depistaggi della Polizia. Solo grazie al lavoro dei nostri avvocati e dei Pubblici Ministeri, i giudici hanno comunque degli elementi importanti per giudicare. Peró gli mancano gli strumenti per condannare.
Non c'é un reato di tortura in Italia. Per la maggior parte dei crimini contestati è già intervenuta la prescrizione. Per gli anni di galera è già intervenuto l'indulto. Perfino per i rimborsi e le spese legali è intervenuta una leggina ad hoc, del 2010, che le mette a carico dei contribuenti i . Cioé: i circa 10 milioni di euro tra danni e avvocati degli imputati non li pagheranno loro, ma tutti gli italiani.
Resta solo l'interdizione dai pubblici uffici... vedremo (se tutto va bene) stasera. Forse dopo le 16... ora piú, ora meno! Abbiamo atteso 11 anni. Ma è comunque troppo tardi per la nostra Democrazia, che ha dimostrato già di essere zoppa, permettendo le carriere degli imputati, difesi a spada tratta da tutte le parti politiche, mentre assolutamente nulla é stato fatto perché la Diaz non si ripeta.

Dopo la Diaz e Bolzaneto, in un paese democratico, gli imputati dovevano dimettersi o essere rimossi dalle loro cariche, i torturatori identificati e processati, ci voleva una legge sulla tortura e le scuse dello Stato.
Essere arrivati, senza tutto ció, ad una sentenza di Cassazione, è una sconfitta.
E per favore: non venitemi a parlare di garantismo! Ho sentito troppi politici riempirsene la bocca: in molti casi, gli stessi che il giorno dopo l'irruzione alla Diaz dicevano che eravamo tutti black bloc e meritavamo le mazzate, gli stessi che danno la pena di morte a Carlo Giuliani senza alcun processo e senza che in Italia neppure esista la pena di morte. Questa è l'Italia: il paese Garantista che lascia i criminali al potere fino all'indulgenza plenaria della prescrizione, e allo stesso tempo è il paese Giustizialista che sbatte gli immigrati nei CIE senza processo, solo perché potrebbero commettere il grave crimine di raccogliere i nostri pomodori per due soldi. In poche parole: garantista con i forti, giustizialista con i deboli. 

Pensavo a questo, stamattina, mentre ascoltavo l'arzigogolata arringa della difesa di Luperi e allo stesso tempo guardavo il cartello che dice: La legge é uguale per tutti. E ricordavo la frase di Henry Louis Mencken: “L'ingiustizia è relativamente facile da sopportare. Quella che proprio brucia è la giustizia”.

PS Ho scritto quanto sopra stamattina, prima di conoscere il verdetto. Ora so che la Cassazione ha confermato tutte le condanne, ed è una bella notizia: almeno c'è qualcosa che funziona. Ora vedremo se, come la legge stabilisce, la polizia italiana sarà decapitata dei suoi vertici criminali... o se ci aspetta qualche altra brutta sorpresa. Comunque quanto ho scritto resta valido: non dovevamo aspettare 11 anni per arrivare fino a questo punto, e se pure cadono i poliziotti condannati, restano gli stessi politici che li hanno difesi finora e che hanno responsabilitá anche piú gravi, resta De Gennaro (allora Capo della Polizia) piú potente che mai (ora sottosegretario con delega ai servizi segreti), manca una legge contro la tortura...
Abbiamo fatto solo un piccolo passo avanti. Ma non me l'aspettavo, e benvenuto sia. E soprattutto: GRAZIE ai PM e gli avvocati che ci hanno difeso e sono riusciti ad ottenere questo risultato storico lottando contro tutto e contro tutti.


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